Paola Verolini / Il Corriere Adriatico

Sono entrati nel mondo del cinema in punta di piedi. Quasi per gioco. Spinti da quella passione che da sempre nutre speranze. E ce l'hanno fatta. Per i 16 giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni che a Macerata stanno seguendo il corso di formazione sul cinema, fatto proprio e finanziato dall'Assessorato provinciale alla Formazione professionale e preparato dall'Irre Marche, i risultati non si sono fatti attendere. Gli attori e gli artefici del tempo presente, si sono calati nella realtà locale per coglierne attraverso interviste, tutte le sfumature e realizzare con loro un vero e proprio film. “Il risultato finale è davvero superiore alle aspettative”, ha detto l'assessore alla formazione professionale, Carla Monachesi da sempre impegnata sul fronte dei giovani e del lavoro.
“La prima cosa di cui ci siamo preoccupati nell'organizzare questo corso – ha continuato, affiancata dal regista Daniele Segre, da Angela Gregorini, Italo Tanoni, direttore dell'Irre, e dallo studente Federico Marinelli – è stata quella di evitare illusioni e di offrire una opportunità di professionalizzazione, facendo crescere in primo luogo le capacità critiche ed autocritiche di ognuno e dare ai partecipanti la possibilità di utilizzare modalità di comunicazione nuove per il ruolo che essi avranno nella società e nel mondo del lavoro”. Il corso, infatti, non prepara direttamente i giovani a fare i registi o gli sceneggiatori o altre professioni legate al mondo del cinema.
Le tecniche audiovisive che vengono insegnate e applicate tendono in primo luogo a favorire un percorso di formazione, maturazione e crescita personale dei giovani partecipanti e aprire “orizzonti” che in prospettiva futura possono sfociare in un impegno concreto nel settore.
Il progetto di video promuove un modo di pensare e fare cinema che pone al cento della propria riflessione e delle proprie pratiche lo sguardo e la parola dei protagonisti stessi. In un film che “rappresenta un omaggio ad una generazione”. ha detto lo studente Federico Marinelli. Un omaggio in cui voci e volti sono tanti capitoli di una narrazione del territorio maceratese e di quello che il regista, nonché coordinatore del progetto, Daniele Segre, definisce “Cinema della realtà”. “E' questa – ha detto Segre – un'esperienza unica in Italia che ha almeno una valenza triplice: professionalizzante, educativa-formativa, di crescita culturale attraverso una ricerca antropologica. Ma ancor di più mi sono trovato di fronte a dei giovani, alcuni sono universitari, altri delle ultime classi delle scuole superiori, altri ancora dell'Accademia di Belle Arti, all'altezza della sfida. Pronti a far parlare di loro, del loro sacrificio e della forte motivazione che li accompagna in questa avventura “. Ora “l'impegno di diffondere questa produzione”, ha sottolineato Italo Tanoni, direttore dell'Irre.
Dice poi la Monachesi: “Questo è un progetto in cui il tema del lavoro é davvero forte. Nella nostra provincia le aziende assumono solo il 4% dei laureati. Un dato preoccupante che inevitabilmente genera la fuga dei cervelli. Non vogliamo disperdere questo patrimonio. Quindi tutto ciò che può essere utile per creare occupazione, anche in questo settore innovativo, rappresenta un occasione da cogliere al volo”. E così è stato. “Perché quel 4% – ha incalzato Daniele Segre – non è indice di un paese civile”. Quindi sviluppare un cinema utile che intende generare un nuovo processo “in una città come Macerata – ha detto Angela Gregorini – matura per una mutazione culturale importante”.